Dal Gazzettino di PN 18 gennaio 2012
Don Aldo sveglia i laici
Il parroco di San Pietro ha presentato al Consiglio pastorale l’elenco di 30 ministeri e servizi che i fedeli possono organizzare
Nella parrocchia di San Pietro Apostolo di Azzano Decimo a tre mesi dall’insediamento del nuovo arciprete don Aldo Moras, già si notano i primi cambiamenti e le prime nuove proposte.
I fedeli azzanesi hanno la fortuna di essere guidati da quattro preti, in un momento in cui, a causa della crisi delle vocazioni, molte parrocchie non ne hanno neppure uno. Infatti insieme a don Aldo, nato a Corva 62 anni fa, lavorano anche il nuovo cappellano don Matteo Pellarin, giunto anch’egli il 16 ottobre nel capoluogo azzanese ed impegnato principalmente nella realtà giovanile e della catechesi; don Dino Pavan, predecessore di don Aldo, che continua ad essere presente favorendo il processo di integrazione dei nuovi arrivati; infine don Galiano Lenardon, responsabile del centro di solidarietà Casa di Emmaus.
«Ma questa realtà non durerà per sempre – dice don Aldo - Affinché la comunità cresca bisogna che i fedeli siano propositivi e non solo esecutori: la parola chiave è corresponsabilità. Penso che saranno necessari 7 anni di tempo e di lavoro insieme».
I fedeli sono più di 9mila e telefono e citofono della canonica squillano continuamente. Don Aldo aggiunge: «Le persone mi cercano soprattutto per le intenzioni delle messe. Quando non ci sono chiedo alla collaboratrice di occuparsene; ma basterebbe che ci fosse un volontario, magari un pensionato, che mi aiutasse per mezza giornata. La chiesa è come una grande azienda che gode di continuo lavoro».
L’arciprete ha anche recentemente presentato al Consiglio pastorale un elenco di trenta servizi e ministeri da organizzare e da mettere in atto all’interno della realtà parrocchiale. Ventisei di questi oggi gravano sulle spalle dei sacerdoti. Don Aldo su ciò ha le idee chiare: «Da 26, i compiti dei sacerdoti potrebbero scendere ad un minimo di due: la confessione e la celebrazione della messa. I laici potrebbero addirittura celebrare il battesimo. E la visita agli ammalati, ad esempio, non spetta al solo prete».
La comunità azzanese, esortata anche durante le omelie, ha reagito per ora in modo «piacevolmente stupito» ad una richiesta di partecipazione che si sposti «dalla convenzione alla convinzione».
Don Aldo conclude ricordando la festa di San Giovanni Bosco, il 26 gennaio, sul tema dello sport come palestra alla virtù. I 140 ragazzi del calcio e la cittadinanza potranno ascoltare la testimonianza professionale e di vita di Damiano Tommasi, ex calciatore ed attuale presidente dell’Associazione italiana calciatori.
Web, pulizie e oratorio già "appaltati"
Don Aldo è deciso a mettere tutti al lavoro, a coinvolgere i fedeli nella gestione della parrocchia che devono imparare a sentire come propria comunità attiva.Il sito web della parrocchia è già ben gestito dai laici, con la supervisione dl parroco. Un gruppo di volontari parrocchiali gestisce le pulizie e il riordino della chiesa, un altro amministra l’oratorio.
Già raddoppiate le catechiste, 43 per 350 ragazzi
Don Aldo Moras con un appello, in breve tempo, è riuscito a raddoppiare il numero dei catechisti, che in 43 seguono la formazione dei 350 ragazzi che frequentano la parrocchia. Anche l’educazione dei bambini è un compito che la Chiesa ritiene importante, e non solo quella riguardante la catechesi. Le suore, che dal 1935 al 2011 si sono occupate della formazione dei 170 bambini della scuola materna, e che domenica prossima verranno pubblicamente ringraziate, oggi sono state sostituite nel loro compito nelle aule da maestre laiche. Anche questo è un modo per impegnare i cattolici praticanti.
Dal Il Popolo 23 ottobre 2011
La giornata radiosa e la grande folla di fedeli, raccolti attorno a don Aldo Moras e a don Matteo Lazzarin, hanno reso vibrante e suggestiva la celebrazione dell'eucaristia, domenica 16 ottobre. In processione, dalla vicina canonica, si sono recati in chiesa, al gioioso scampanio dei sacri bronzi, oltre 30 sacerdoti e numerosi ministranti, una parte dei quali col colorato fazzolettone del gruppo Scout di Azzano.
All'ingresso, ad attendere il corteo, c'era l'assessore Renzo Fregonese che ha rivolto il saluto a nome del sindaco Enzo Bortolotti, impossibilitato ad essere presente, e a nome della città di Azzano. Tra l'altro ha detto: "Come Amministratori conosciamo bene l'opera che la parrocchia svolge nel territorio: molti animatori, impegnati nel dopo scuola, nei punti verdi, nel progetto giovani e in altri servizi alla città, sono cresciuti e formati in parrocchia e di questo il Comune ne è grata (...) Negli ultimi anni L sono aumentate le collaborazioni al fine di formare i genitori della Scuola per l'infanzia, della Primari e della Secondaria, ridurre il disagio giovanile e sostenere le persone in difficoltà". Anche il vice sindaco di Pordenone, Renzo Mazzer ha avuto parole di apprezzamento, nei confronti di don Aldo, per l'opera svolta in città, nei 14 anni di presenza.
La "immissione in possesso" è stata fatta da padre Gabriele Meazza, vicario foraneo e la presentazione del neo parroco, da mons. Fermo Querin il quale, tra l'altro, sorridendo, ha suggerito, a quanti non vogliono lasciarsi coinvolgere, di girare alla larga da don Aldo, "In quanto ha la spiccata attitudine di intessere solide relazioni d'amicizia e di collaborazione".
Don Aldo, all'omelia, tra il leggermente raffreddato e il gioiosamente commosso, ha ringraziato la folla di fedeli presenti, provenienti dal Sacro Cuore, da Corva, ove vivono i parenti e dalla città di Azzano. Ha ringraziato il Signore per avergli assicurato la presenza di don Dino Pavan, che per 13 anni ha animato la Comunità, oltre che quella del nuovo cooperatore, don Matteo Lazzarin. Ha chiesto ai presenti, di aiutarli ad essere "preti autentici" in mezzo alla comunità.
Alcuni doni – accompagnati da numerosi applausi, calorosi -, segno d'affetto, di riconoscenza e di buon augurio, sono stati offerti dall'Amministrazione comunale e dalla parrocchia, a don Dino, don Matteo e don Aldo.
Dal Messaggero Veneto di PN 17 ottobre 2011
Moltissimi i fedeli che ieri pomeriggio hanno voluto dare il benvenuto al nuovo parroco di Azzano Decimo, don Aldo Moras, che ha celebrato la sua prima messa nella chiesa arcipretale del capoluogo. Con lui è arrivato anche il nuovo cappellano, don Matteo Pellarin.
Originario di Corva, dov'è nato 62 anni fa, il sacerdote, visibilmente emozionato, ha voluto ringraziare i tanti fedeli accorsi per salutarlo. Tra questi, l'assessore comunale Renzo Fregonese, in rappresentanza dell'amministrazione di Azzano Decimo, e il vicesindaco di Pordenone (dove don Aldo negli ultimi quindici anni ha seguito la parrocchia Sacro Cuore), Renzo Mazzer. A funzione già iniziata è arrivato anche l'ex sindaco di Pordenone, Sergio Bolzonello.
Chiamato a sostituire don Dino Pavan (che rimarrà comunque come collaboratore) e don Gianfranco Furlan (trasferito a San Giorgio della Richinvelda), don Aldo è stato definito dai sacerdoti che lo hanno presentato ai fedeli azzanesi, «un motore di tante iniziative, che sicuramente riuscirà a coinvolgere anche la vostra comunità». Il nuovo parroco – ordinato sacerdote il 28 giugno del 1975 -, dal canto suo si è detto felice di essere stato chiamato a professare la parola di Dio nella sua terra, così come sperava avvenisse prima o poi. Una speranza che covava da diversi anni, come ricordato da uno dei sacerdoti che ne hanno illustrato il percorso spirituale e religioso. La parrocchia di Azzano Decimo, tra quelle più in crescita all'interno della diocesi di Concordia-Pordenone, ha da ieri una nuova guida, chiamata a valorizzare quello che è stato definito «l'enorme potenziale umano di cui questa realtà dispone».
17 ottobre 2011
Dal Gazzettino di PN 20 mar 2011
Dal Popolo di PN 26 mar 2011
In merito alla manifestazione del carnevale, da anni in calendario ad Azzano Decimo nella prima domenica di Quaresima, è evidente che la Chiesa ha stabilito i vari tempi liturgici per farli vivere ai cristiani in modo appropriato ed arricchente, come la comunità stessa riconosce. Se per sua specifica peculiarità il carnevale è altro dalla Quaresima (che propone raccoglimento e riflessione) ed è prolungato oltre i limiti previsti dal calendario, è sicuramente motivo di confusione, pure dal punto di vista educativo, si osserva, mescolare i due periodi. Anche la stampa può contribuire a dare voce al buon senso comune e a dare risalto ai valori tradizionali che, in definitiva, si riconducono alle esigenze della comunità.
Flavia Sacilotto